My own story with the british-italian rock band The Trip started way before I became a member of the band in 1972.
In the Sixties, the great guitarist Ritchie Blackmore was part of the band and in that period they often came to play in Italy, especially in Turin, and they also hit a club of my uncle Alfonsino Chirico, who was one of the first Italian promoters and disc jokey.
I was very young at that time, but I was already active in professional bands such as Ragazzi del Sole and often passing by my uncle’s club, so I met and listened to bands coming from all over the world and therefore also The Trip.
The band at that time was not composing yet, we will have to wait for the departure of Ritchie, who had flown to Germany to form Deep Purple, and the entry of Joe Vescovi, talented keyboardist and excellent composer:
after a first phase of composition and record productions dedicated to psychedelic rock, such as The Trip, and the rock / blues of Caronte, Joe asked me in 1972 to join him in order to take The Trip to a new level, developing a new project, making a genre turning point and a new lineup for the band, together with Wegg Andersen – one of the founders of the band, bassist singer and star of Swinging London in the early 60s, who participated in formations with Jimmy Page, Ritchie Blackmore and others of their caliber – he was also decisive regarding the choice to have me in the new lineup.
Joe explained to me the importance of embarking on the path of Prog, which we still didn’t call that at the time, but we talked about Rock songs with symphonic contaminations, jazz, folk and soul, we talked about suites, concept albums, and he began to explain to me what then it became Atlantide in 1972.
We began working, and Joe quickly realized that he needed to let me arrange and interpret the drum parts in my own unique way, without conditioning me. The musical parts of the songs were all written by Joe, while the lyrics were written by Wegg. Everything was a flawless collaboration from all perspectives, both human and professional.
Later in 1973, we released Time of Change, a complex and sophisticated album in terms of harmonies, melodies, and rhythms, and truly Progressive in a very real sense. The band disbanded after Wegg’s serious car accident, which confined him to bed for an extended period of time.
Joe, Wegg and I then lost touch for many years, each of us undertook different musical and professional paths: Joe worked with bands such as Acqua Fragile and DikDik and singers such as Umberto Tozzi, Wegg went on archaeological expeditions to Egypt and other countries, both as an entertainer and in charge of catering, and I was primarily involved with Arti & Mestieri and other solo productions, but also as director and teacher at the Accademia Musica Moderna in Turin.
Then in 2010, there was the great opportunity to meet again and try to start over, thanks to the support of some important friends but undoubtedly thanks to the organization and creative contribution of the management, SFERA entertainment.
It was a spectacular comeback, two excellent musicians joined the line-up: Fabrizio Chiarelli on guitar and vocals and Angelo Perini on bass.
All of this led to three extraordinary events: live in Italy in 2010 at the Prog Exhibition festival in Rome; for the first time in history, the band flies to Japan for the 2011 tour participating in the Italian Progressive Rock Festival, and finally, again in 2011, Sony Music publishes the reissue of Atlantide, which includes the Live in Tokyo 2011 recorded at the above-mentioned festival in the box set.
Unfortunately, after a while, Wegg’s health deteriorated and he left us.
We continued to play live for a while, but then Joe also got sick and fate wanted him to embark with Charon too, and so in 2014 everything stopped.
After 5 years, in 2019, I decided to resume the journey of the 1972 “turning point,” with the main idea of continuing to open new paths through research and experimentation, without any nostalgic approach but staying true to the most genuine “progressive rock” texture of the original band but with a new line-up.
After the death of Joe and Wegg, the two historical columns of the band, the compositions of these two great musicians were missing, so in fact Trip no longer existed.
I thought it would be more respectful not to just use the name The Trip, so I added my name to it – as a historical member since 1972 – making this also my “journey” and thus paying homage to their memory, continuing our journey from where it left off prematurely.
And so, in January 2022, fifty years after Atlantide, “Furio Chirico’s THE TRIP” has born, a new line-up made up of brilliant and inspired musicians: Paolo “Silver” Silvestri (hammond, synthesizers and vocals), Giuseppe “Gius” Lanari (main vocals and bass) and Marco Rostagno (guitars and vocals) who accompany me in this new journey. We play, feel and write with the same passion as the original band, with our gaze and “ear” turned… towards the future.…
Equinox (2022) the new album featuring our new compositions, is a clear demonstration of this.
Furio Chirico
La mia storia con i Trip, British-Italian rock band, inizia molto prima del mio ingresso nella formazione nel 1972.
Quando negli anni sessanta la formazione venne in Italia, e in quel periodo faceva parte della band anche il grande chitarrista Ritchie Blackmore, spesso venivano a suonare a Torino in Italia e lo facevano anche in un club di mio zio Alfonsino Chirico, uno dei primi Promoter e Disc Jockey italiani, io in quel periodo ero molto giovane, ma militavo già in formazioni professionali come i Ragazzi del Sole e spesso passando dal locale di mio zio incontravo ed ascoltavo Band che venivano da tutte le parti del mondo e quindi anche i The Trip.
La band ancora non componeva in quel periodo, bisognerà aspettare la dipartita di Ritchie, volato in Germania per formare i Deep Purple, e l’ingresso di Joe Vescovi, talentuoso tastierista e ottimo compositore: dopo una prima fase compositiva e di produzioni discografiche dedicate al rock psichedelico come The Trip e il rock/blues di Caronte, nel 1972 Joe mi chiese un’audizione per un nuovo progetto, una svolta di genere e di formazione dei The Trip, ed anche Wegg Andersen – uno dei fondatori della band, bassista cantante e protagonista del Swinging London dei primi anni ’60, che partecipò a formazioni con Jimmy Page, Ritchie Blackmore ed altri del loro calibro – fu determinante riguardo la scelta di inserirmi nella nuova formazione.
Joe mi spiegò l’importanza d’intraprendere la strada del Prog, che allora ancora non chiamavamo così, ma parlavamo di brani Rock con contaminazioni sinfoniche, jazz, folk e soul, parlavamo di suite, di concept album, e cominciò a spiegarmi quello che poi divenne Atlantide nel 1972.
Cominciammo a lavorare e Joe subito comprese che doveva lasciarmi arrangiare ed interpretare le parti di batteria in modo personale senza condizionarmi. Riguardo i brani, le parti musicali erano tutte composizioni di Joe, mentre Wegg si occupava dei testi, una collaborazione perfetta sotto tutti i punti di vista sia umano che lavorativo.
In seguito nel 1973, abbiamo pubblicato Time of Change, album complesso e sofisticato sia armonicamente, melodicamente che ritmicamente, molto Progressive nel vero senso della parola. La band si sciolse dopo un grave incidente stradale che coinvolse Wegg, che lo tenne bloccato a letto per un lunghissimo tempo.
Con Joe e Wegg ci perdemmo di vista per molti anni, ognuno intraprendendo percorsi musicali e lavori diversi, Joe con le band Acqua Fragile, DikDik e cantanti come Umberto Tozzi, Wegg invece al seguito di spedizioni archeologiche in Egitto ed altri paesi, sia come intrattenitore che responsabile della ristorazione, ed io sopratutto impegnato con gli Arti & Mestieri e altre produzioni soliste, ma anche come direttore e didatta dell’Accademia Musica Moderna a Torino.
Poi nel 2010 la grande occasione di ritrovarci e di provare a ricominciare grazie anche all’aiuto di alcuni amici importanti, ma sopratutto l’apporto creativo e organizzativo del management SFERA entertainment.
Fu un rientro spettacolare, alla formazione si aggiunsero due ottimi musicisti: Fabrizio Chiarelli alla chitarra e voce e Angelo Perini al basso. Questo ci portò a 3 appuntamenti eccezionali: in Italia nel 2010 a Roma al festival Prog Exhibition, poi per la prima volta nella storia della band il tour del 2011 in Giappone partecipando all’ Italian Progressive Rock Festival ed infine sempre nel 2011 la pubblicazione da parte della Sony Music della riedizione di Atlantide in coppia con il Live in Tokyo 2011 registrato in occasione del festival sopra citato. Purtroppo dopo non molto tempo la salute di Wegg peggiorò e ci “lasciò”, noi continuammo a fare concerti per un po’ di tempo, poi anche Joe si ammalò e il destino volle che anche lui si imbarcasse con Caronte, e così nel 2014 tutto si fermò.
Nel 2019, dopo 5 anni, decisi di riprende il percorso della “svolta” del ’72, con l’idea primaria di continuare ad aprire nuove vie attraverso la ricerca, la sperimentazione, senza alcun approccio nostalgico ma al contempo radicato al più genuino tessuto musicale del rock progressivo della band originale ma con un nuova formazione. Dopo la scomparsa di Joe e Wegg di fatto i Trip non esistevano più, venendo a mancare le due colonne storiche e sopratutto le composizioni di questi due grandi musicisti, pensai che sarebbe stato più rispettoso non adoperare solo il nome The Trip, e aggiunsi il mio nome come membro storico dal ’72, facendolo diventare anche il mio “viaggio”, omaggiando così la loro memoria, continuando il nostro percorso da dove si era interrotto prematuramente.
E così, nel gennaio 2022, cinquanta anni dopo Atlantide, nasce “Furio Chirico’s THE TRIP”, una nuova formazione composta da brillanti ed ispirati musicisti: Paolo “Silver” Silvestri (hammond, sintetizzatori e voce), Giuseppe “Gius” Lanari (voce solista e basso) e Marco Rostagno (chitarre e voce) che mi accompagnano in questo nuovo cammino. Suoniamo, sentiamo e scriviamo con la stessa passione della band originale, con lo sguardo e l’ “orecchio” rivolto… verso il futuro.… Equinox (2022) il nuovo album con le sue le nuove composizioni, ne è una prova lampante.
Furio Chirico